sabato 4 febbraio 2017

TUROLDO 2016_22_4 febbraio 2017 _ A Coderno, presso IL RIDOTTO - ore 16.00-18.00 _ Ricordo di padre Turoldo a 25 anni dalla morte

• 4 febbraio 2017 _ A Coderno, presso IL RIDOTTO - ore 15.30-18.00 

 Incontro commemorativo del 25° del "DIES NATALIS" di padre  David m. Turoldo

con riflessioni di don Nicola Borgo sul suo "Testamento spirituale" e 

prima parte della rappresentazione scenica del suo testo teatrale

"LA MORTE HA PAURA"  con l'episodio: "Il vescovo ha paura"



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Vi presentiamo la prima pagina dattiloscritta del testo di padre Turoldo: "PERCHÉ SEI VENUTO SULLA TERRA?" che sara presentato al Ridotto nei prossimi mesi.

È stato scritto nel 1967 ed è di pregante attualità. 



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Dal sito del giornalista Roberto Vinco pubblichiamo una delle ultime interviste di padre Turoldo:











IL POETA DI DIO SFIDA LA MORTE

Intervista a Padre Davide Maria Turoldo sul dolore, la malattia, la sofferenza e la morte, 
di Roberto Vinco


Gli avevano dato non più di sei mesi di vita. Lo avevano operato ad un tumore all’intestino. Dal punto di vista medico non c’era nessuna speranza. Dopo tre anni, padre David Maria Turoldo, il poeta di Dio, il monaco ribelle ma fedele, lo abbiamo risentito qualche settimana fa (settembre 1991, vedi foto) ancora una volta in Arena con i «Beati i costruttori di pace» a cantare la sua speranza di pace e il suo amore per l’uomo.
Dopo ben tre operazioni, il corpo smagrito, visibilmente stremato dalla malattia, non ha ancora perso il suo vigore e la sua straordinaria forza e carica umana. Ha vissuto sempre “fuori delle mura”, sempre in diaspora, sempre in cammino… in conflitto con il potere, con le istituzioni, con la Chiesa. La vita di Turoldo è insieme un canto e un pianto. Il canto di chi crede e il pianto di chi soffre.
A Verona padre David ha molti amici. Come monaco servita è stato ospite per alcuni mesi della comunità dei Servi di Maria della chiesa cittadina di Santa Maria della Scala. Proprio con un gruppo di amici veronesi siamo andati a trovarlo nella sua meravigliosa abbazia di Sant’Egidio a Sotto il Monte in provincia di Bergamo. É visibilmente stanco, ma quando incontra gli amici, quasi si ricarica, recupera tutte le sue antiche forze, ritrova tutto il suo profondo spirito profetico. Della sua malattia parla con serenità. Il suo tumore lo chiama «Il drago che si è insediato nel ventre». Con il cancro ha imparato a lottare e a convivere.
«La mia malattia – ci dice – è un’esperienza consapevole, giocata a carte scoperte. Alle pietose menzogne dei medici ho preferito la verità. In un primo momento è tremendo, è crudele. Ma accettare il cancro è già metterlo a disagio, sfidarlo». Da tre anni sfida con il canto e la poesia anche la morte, accettata con serenità come l’altra faccia della vita.
«Per me la morte è sempre stata come una fessura attraverso cui guardare i colori della vita, apprezzarne i valori. La morte è una presenza positiva, fa apprezzare meglio il tempo, fa giudicare meglio le cose. Ogni mattina dico, se questo è il mio ultimo giorno non posso perderlo. Vivo ogni giorno, non come fosse l’ultimo, ma il primo. Penso che non ci sia nemmeno un di qua e un di là, ma semplicemente un prima e un dopo. Una continuità. Questo certamente è il senso misterioso della nostra fede, ma non è assolutamente un discorso che si fa soltanto per chi ha fede. Il discorso sulla continuità della vita, si può farlo anche con chi non crede, con chi non ha fede. Non è un discorso consolatorio, ma di constatazione. Io posso anche dire «non so come sarà dopo», ma nessuno mi può dire che non ci sia».
Il tema di tutta la sua poesia è Dio. Un Dio che non è ricerca astratta, ma ricerca che si coniuga con la vita, con la realtà umana di tutti i giorni. Un Dio che non ti dà sicurezze e certezze, ma la speranza di guardare sempre avanti con coraggio. Un Dio che non è lì per controllarti e punirti, ma un Dio che ti è vicino, ti capisce, ti ascolta, ti ama.

 Ma come si può conciliare questo Dio con la sofferenza, con la malattia?
«Io penso che il dolore, la malattia, la morte, non siano soltanto il dramma dell’uomo, ma anche il dramma di Dio».

 In che senso?
«Nel senso che il limite di Dio è la libertà dell’uomo. Mi spiego. Dio ha un amore tale per l’uomo, per la sua creatura, che non può non lasciarla libera. Se accettiamo un Dio che vuole che l’ordine della creazione e della storia abbiano una loro valenza autonoma; se Dio vuole che gli uomini siano liberi: liberi di usare e di abusare, liberi di fare il bene o di fare il male, Dio, per primo, deve rispettare questa autonomia e questa libertà. Perciò se tu vuoi che per ogni caso Dio intervenga, tu annulli quello che si chiama il gioco delle cause seconde, gli spazi per la libertà umana».

 Ma allora, secondo questa logica, a Dio non si può nemmeno chiedere la guarigione.
«Io non penso che sia giusto pregare perché Dio mi guarisca. Proprio perché è impossibile che Dio abbia a che fare con la mia malattia. É impensabile che il Dio di Gesù Cristo voglia il cancro. Se fosse stato veramente Dio a mandarmi il tumore, come potrei curarmi? Dovrei andare contro la volontà di Dio».

 Allora sbagliano quelli che pregano perché Dio li guarisca?
«Li posso capire, ma solo a livello umano. Lo posso ammettere come sfogo necessario, come rimedio all’angoscia. É stata anche per me una scoperta di questi anni di malattia, una scoperta terribile, ma consolante».

 E nei momenti di sconforto, di disperazione, quando si rivolge a Dio, cosa gli dice, cosa gli chiede?
«Io non prego perché Dio intervenga. Chiedo la forza di capire, di accettare, di sperare. Io prego perché Dio mi dia la forza di sopportare il dolore e di far fronte anche alla morte con la stessa forza di Cristo. Io non prego perché cambi Dio, io prego per caricarmi di Dio e possibilmente cambiare io stesso, cioè noi, tutti insieme, le cose. Infatti se, diversamente, Dio dovesse intervenire, perché dovrebbe intervenire solo per me, guarire solo me, e non guarire il bambino handicappato, il fratello che magari è in uno stato di sofferenza e di disperazione peggiore del mio? Perché Dio dovrebbe fare queste preferenze? Perché dire: Dio mi ha voluto bene, il cancro non ha colpito me ma il mio vicino! E allora: era un Dio che non voleva bene al mio vicino? E se Dio intervenisse per tutti e sempre, non sarebbe un por fine al libero gioco delle forze e dell’ordine della creazione? Per questo per me Dio non è mai colpevole. Egli non può e non deve intervenire. Diversamente, se potendo non intervenisse, sarebbe un Dio che si diverte davanti a troppe sofferenze incredibili e inammissibili. Ecco perché, come dicevo prima, il dramma della malattia, della sofferenza e della morte è anche il dramma di Dio».

 Di fronte al dolore quindi, anche per un credente, ci può essere solo rassegnazione?
«Non rassegnazione, ma pazienza, che è tutt’altra cosa. Per il credente l’unica risposta al dolore e alla morte è la resurrezione di Cristo. La sua resurrezione infatti è la vendetta di Dio sul male del mondo. Quindi la risposta migliore è sempre quella di Cristo, che alla fine dice: «Padre, nelle tue meni rimetto il mio spirito». Una risposta però da non dire solo alla fine, ma dirla sempre; e forse così si riuscirà ad essere perfino “beati nel pianto”».

 Spesso ci si trova di fronte ad amici colpiti da qualche malattia grave o dalla morte di qualche persona cara. Cosa si può dire in questi casi?
«Ci sono dolori per cui non esistono parole in nessun dizionario. Dolori e angosce davanti alle quali la risposta migliore è il silenzio. Di fronte a certe tragedie, a certe sofferenze non servono né filosofie, né prediche.E il rimedio migliore, dico rimedio, non risposta, sarà semplicemente la tua partecipazione di amico, la tua presenza amorosa, il tuo «essere con» la persona sofferente, l’ammalato. La migliore risposta pratica quindi è «l’essere con», è il silenzio, l’accettazione per quanto possibile. Anche se questo non deve significare rinuncia a lottare, a cercare ogni sforzo per guarire. L’importante è non darsi mai per vinti e ricominciare ogni volta da capo».

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Articolo di Nicola Borgo per il settimanale friulano "LA VITA CATTOLICA" _ 01feb2017





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Articolo di Nicola Borgo per il quotidiano "IL MESSAGGERO VENETO" _  04feb2017









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Coderno _ 4 febbraio 2017 _ Sala del Ridotto _ fotoganis

























venerdì 20 gennaio 2017

Turoldo 2016 _ Centenario _ INIZIATIVE dell'Associazione Culturale Padre David Maria Turoldo

6 febbraio 2017 _ Ricordo di padre Turoldo a 25 anni dalla morte






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Centenario nascita di padre Turoldo

Conferenza stampa a Udine del 7 novembre 2016








Per approfondimenti vedi link:

http://www.bccbasiliano.it/news/dettaglio_news.asp?hNewsID=131563&i_menuID=46582



giovedì 19 gennaio 2017

Turoldo 2016 _ Centenario _ INIZIATIVE in Altre Regioni Italiane

Pubblichiamo i dépliant di alcune iniziate per ricordare il centenario della nascita di padre Turoldo in altre regioni italiane.


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venerdì 23 dicembre 2016

NATALE 2016_AUGURI

Essere nuovi come la luce a ogni alba
come il volo degli uccelli
e le gocce di rugiada:
come il volto dell’uomo
come gli occhi dei fanciulli
come l’acqua delle fonti:

vedere
la creazione emergere
dalla notte!

Padre D. m. Turoldo


Tratto da: “Il dramma è Dio”, Rizzoli 1992)


BUON  NATALE  E  FELICE  2017

Don Nicola e gli amici del Ridotto


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La regista Antonia Pillosio ci informa che 
domenica 25 dicembre h 10.00 
su canale 103\ Rai3bis FVG torna in onda il suo documentario 
“Padre Turoldo il poeta di Dio”
già trasmesso da RAIstoria il 22 novembre 2016
(Vedi blog del 22 novembre 2016)

Canale 103\Rai3bis  _ Furlanija Julijska Krajina è un canale televisivo in lingua slovena realizzato da Rai Friuli Venezia Giulia.

mercoledì 7 dicembre 2016

Turoldo 2016_21_18 dicembre 2016 _ Udine - ore 17.30 >>>Turoldo "Via pulchritudinis"

18 dicembre 2016 _ Udine - Chiesa di Santa Maria Assunta


ore 17.30 nella Biblioteca della chiesa 

(si entra dalla chiesa, in fondo a destra)  


ore 18.30 nella Chiesa 



Il Centro Culturale e Spirituale “IL RIDOTTO” di padre David m. Turoldo prosegue le sue attività, iniziata un anno fa, per ricordare padre David nel centenario della sua nascita avvenuta il 22 novembre 1916 a Coderno di Sedegliano.

Domenica prossima 18 dicembre si trasferirà a Udine, nella chiesa di Santa Maria Assunta in viale Cadore dove alle 18.30 don Nicola Borgo celebrerà la Liturgia.
Il messaggio della Parola sarà dato dal “Laudario alla Vergine_Via pulchritudinis” scritto da padre Turoldo nel 1980 [cfr. articolo di Borgo sulla Vita Cattolica del 14 agosto 2016];  si proseguirà con il “Missus – Vangelo dell’Annunciazione di Jacopo Tomadini che sarà accompagnato dal suono di un’arpa e poi si celebrerà l’Eucarestia.
  Il "Laudario sarà letto da: Nicola Borgo, Daniele D’Arrigo, Danilo D’Olivo, Dolores Pellegrino, Doriana Rizzi, Daniela Zorzini

Alle 17.30 sempre nella chiesa, ma in biblioteca (si accede dall’aula, in fondo, a destra) sarà presentato l’almanacco friulano “Stele di Nadâl 2017”, a cura di Nicola Borgo e Stefano Damiani (giornalista del settimanale diocesano friulano “La Vita Cattolica”).

Don Borgo a tal proposito ha scritto alcune riflessioni che allego qui sotto.

Giorgio Ganis

NICOLO BORGO SU “STELE DI NADÂL 2017”

Come ogni anno a Natale abbiamo fra le mani l’almanacco friulano “Stele di Nadâl”. Nel sommario troviamo la cornice di quello che ci propone “Il pronostic dal Belandant”, simpatico nel dirsi, rivela evidente amarezza pur nella fiducia di fondo nel nostro essere insieme: “La pulitiche’e pâr nere cu la peste des unions. Di tribùs ‘e jè une vuere. Il Friûl al e a bacon. Ma di cui ise la colpe se nus màngjin spirt e polpe? Non è avonde vê il folclôr dai pečoz cence fâ l’ ôr. E la Glesie ‘e stain poltrone:ni ch’e ripe ni ch’e rone. Smenteade dal Friûl, cui “migranz” e fâs cružûl.”
Politica e Chiesa quindi si pongono all’attenzione con molti interrogativi. Questo è, di fatto, il merito dell’Almanacco, un vestito conosciuto sì, ma pieno di stimoli per un “nuovo” che si impone con urgenza; si valorizzano persone, eventi, tematiche che hanno strutturato il tessuto culturale, civile, ecclesiale, economico, l’identità quindi del nostro Friuli.
Ricontrarci, seduti sulla nostra poltrona nei momenti di relax, di fronte alla fatica e all’impegno per l’Università (è l’Università del Friuli?), al misurarsi sulla vitalità di una Chiesa cosciente della crescita del suo popolo e dell’irrinunciabile diritto alla sua specificità storica, a prendere coscienza del dramma delle giovani generazioni consegnate a un vile mercato che spegne alle radici coscienza e libertà, a interiorizzare gli stimoli puntuali a uomini e istituzioni perché con coerenza e libertà possano servire la fede e la conseguente radicalità nonché una degna convivenza civile.
Tutto questo diventa”memoria” che dà sapida attualità ai momenti del nostro essere insieme in famiglia  e negli incontri che ci sono cari.
Preziose sono le osservazioni, gli appunti, le precisazioni delle rubriche che accompagnano le nostre radici e gli angoli storici poco sconosciuti. Utili oltremodo sono i consigli per l’orto e soprattutto per la cucina: i vecchi piatti si aggiornano e si impreziosiscono. Non poteva mancare la nota salace di “A scote dêt”: è ciò che ci riconcilia con intelligenza e simpatia. 



domenica 4 dicembre 2016

7 dicembre 2016 _ Video dell'artista Claudio Feruglio dedicato a padre Turoldo

7 dicembre 2016 _ Abbiamo ricevuto dall'artista Claudio Feruglio questo video con le sue opere, dedicato a padre Turoldo.






giovedì 1 dicembre 2016

2 dicembre 2016 _ Pordenone - ore 17.00 >>>Turoldo, Toni Zanussi e Nicola Borgo

Pordenone _Teatro Giuseppe Verdi_ Viale Franco Martelli

INFO: 0434 247624






"La pace è l’uomo e questo uomo è mio fratello, il più povero di tutti i fratelli. 

La libertà è l’uomo e questo uomo è mio fratello, il più schiavo di tutti i fratelli. 

La giustizia è l’uomo e quest’uomo è mio fratello”.

David Maria Turoldo   http://www.comunalegiuseppeverdi.it/MOSTRE/zanussi



DIPINGO LE SUE PAROLE
LA PITTURA DI TONI ZANUSSI IN RICORDO DI D.M. TUROLDO

Il Teatro apre i suoi spazi all’arte di Toni Zanussi, celebrandone i 40 anni di ininterrotta attività artistica, sempre declinata con rigore ed eleganza e allo stesso tempo capace di trasmettere il suo impegno civile, il riscatto per gli umili della Terra.
Gli ultimi, come direbbe padre David Maria Turoldo, che Zanussi ha avuto il privilegio di conoscere e che questa mostra vuole ricordare a cent’anni dalla sua nascita.
Zanussi, con la sua arte, è testimone vivo, schietto e potente dei valori che costituiscono l’eredità del poeta di Coderno e rispecchiano le attese di tutti noi. Le sue opere, come egli stesso afferma, si fanno strumento “per dare sostanza alla ricerca”, ci sollecitano a interrogarci su quanto sia impegnativa ma imperativa la necessità di un’attenzione concreta alle urgenze del nostro tempo, l’assunzione di responsabilità nei confronti del mondo, lungo il cammino faticoso ma imprescindibile verso un’umanità nuova, diversa, migliore.
È dunque nel nome di un’arte impegnata e solidale che il Teatro - casa della cultura e vetrina delle eccellenze in ogni campo artistico - ha scelto di ospitare e sostenere la mostra di un artista qual è Toni Zanussi e l’invito, attraverso le sue opere, a raccogliere le sfide di coraggiosa militanza civile che padre Turoldo ci ha lanciato.
Giovanni Lessio
Presidente Teatro Comunale "Giuseppe Verdi" di Pordenone

Questra mostra, che sarà inaugurata il 2 dicembre alle ore 17.00,  dà il via alle iniziative dicembrine che vedranno il Teatro aperto tutti i giorni fino al 23 dicembre, e si colloca al contempo all'interno delle iniziative che in tutto il Friuli Venezia Giulia celebrano il centenario dalla nascita di Padre David Maria Turoldo.  All'inaugurazione saranno presenti i critici d'arte Duccio Trombadori e Dino Durigatto e Mons. Nicola Borgo.

La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 16.30 alle 19.00 fino al 23 dicembre e durante l'apertura del Teatro per spettacoli ed eventi fino al 6 febbraio 2017.

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Vedi anche su:



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Pubblichiamo l'intervento di mons. Nicola Borgo  
all'inaugurazione della mostra 
nel pomeriggio del 2 dicembre 2016










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Pubblichiamo l'articolo di mons. Nicola Borgo per 
un catalogo di Toni Zanussi dedicato a padre Turoldo











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Il settimanale friulano "LA VITA CATTOLICA" 
ha pubblicato il 30 novembre 2016 un articolo sulla mostra


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Il squotidiano friulano "IL MESSAGGERO VENETO" 
ha pubblicato il 2 dicembre 2016 un articolo sulla mostra