mercoledì 7 dicembre 2016

Turoldo 2016_21_18 dicembre 2016 _ Udine - ore 17.30 >>>Turoldo "Via pulchritudinis"

18 dicembre 2016 _ Udine - Chiesa di Santa Maria Assunta


ore 17.30 nella Biblioteca della chiesa 

(si entra dalla chiesa, in fondo a destra)  


ore 18.30 nella Chiesa 



Il Centro Culturale e Spirituale “IL RIDOTTO” di padre David m. Turoldo prosegue le sue attività, iniziata un anno fa, per ricordare padre David nel centenario della sua nascita avvenuta il 22 novembre 1916 a Coderno di Sedegliano.

Domenica prossima 18 dicembre si trasferirà a Udine, nella chiesa di Santa Maria Assunta in viale Cadore dove alle 18.30 don Nicola Borgo celebrerà la Liturgia.
Il messaggio della Parola sarà dato dal “Laudario alla Vergine_Via pulchritudinis” scritto da padre Turoldo nel 1980 [cfr. articolo di Borgo sulla Vita Cattolica del 14 agosto 2016];  si proseguirà con il “Missus – Vangelo dell’Annunciazione di Jacopo Tomadini che sarà accompagnato dal suono di un’arpa e poi si celebrerà l’Eucarestia.
  Il "Laudario sarà letto da: Nicola Borgo, Daniele D’Arrigo, Danilo D’Olivo, Dolores Pellegrino, Doriana Rizzi, Daniela Zorzini

Alle 17.30 sempre nella chiesa, ma in biblioteca (si accede dall’aula, in fondo, a destra) sarà presentato l’almanacco friulano “Stele di Nadâl 2017”, a cura di Nicola Borgo e Stefano Damiani (giornalista del settimanale diocesano friulano “La Vita Cattolica”).

Don Borgo a tal proposito ha scritto alcune riflessioni che allego qui sotto.

Giorgio Ganis

NICOLO BORGO SU “STELE DI NADÂL 2017”

Come ogni anno a Natale abbiamo fra le mani l’almanacco friulano “Stele di Nadâl”. Nel sommario troviamo la cornice di quello che ci propone “Il pronostic dal Belandant”, simpatico nel dirsi, rivela evidente amarezza pur nella fiducia di fondo nel nostro essere insieme: “La pulitiche’e pâr nere cu la peste des unions. Di tribùs ‘e jè une vuere. Il Friûl al e a bacon. Ma di cui ise la colpe se nus màngjin spirt e polpe? Non è avonde vê il folclôr dai pečoz cence fâ l’ ôr. E la Glesie ‘e stain poltrone:ni ch’e ripe ni ch’e rone. Smenteade dal Friûl, cui “migranz” e fâs cružûl.”
Politica e Chiesa quindi si pongono all’attenzione con molti interrogativi. Questo è, di fatto, il merito dell’Almanacco, un vestito conosciuto sì, ma pieno di stimoli per un “nuovo” che si impone con urgenza; si valorizzano persone, eventi, tematiche che hanno strutturato il tessuto culturale, civile, ecclesiale, economico, l’identità quindi del nostro Friuli.
Ricontrarci, seduti sulla nostra poltrona nei momenti di relax, di fronte alla fatica e all’impegno per l’Università (è l’Università del Friuli?), al misurarsi sulla vitalità di una Chiesa cosciente della crescita del suo popolo e dell’irrinunciabile diritto alla sua specificità storica, a prendere coscienza del dramma delle giovani generazioni consegnate a un vile mercato che spegne alle radici coscienza e libertà, a interiorizzare gli stimoli puntuali a uomini e istituzioni perché con coerenza e libertà possano servire la fede e la conseguente radicalità nonché una degna convivenza civile.
Tutto questo diventa”memoria” che dà sapida attualità ai momenti del nostro essere insieme in famiglia  e negli incontri che ci sono cari.
Preziose sono le osservazioni, gli appunti, le precisazioni delle rubriche che accompagnano le nostre radici e gli angoli storici poco sconosciuti. Utili oltremodo sono i consigli per l’orto e soprattutto per la cucina: i vecchi piatti si aggiornano e si impreziosiscono. Non poteva mancare la nota salace di “A scote dêt”: è ciò che ci riconcilia con intelligenza e simpatia. 



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