18 dicembre 2016 _ Udine - Chiesa di Santa Maria Assunta
ore 17.30 nella Biblioteca della chiesa
(si entra dalla chiesa, in fondo a destra)
ore 18.30 nella Chiesa
Il Centro Culturale e Spirituale “IL
RIDOTTO” di padre David m. Turoldo prosegue le sue attività, iniziata un anno
fa, per ricordare padre David nel centenario della sua nascita avvenuta il 22
novembre 1916 a Coderno di Sedegliano.
Domenica prossima 18 dicembre si
trasferirà a Udine, nella chiesa di Santa Maria Assunta in viale Cadore dove
alle 18.30 don Nicola Borgo celebrerà la Liturgia.
Il messaggio della Parola sarà dato
dal “Laudario alla Vergine_Via pulchritudinis” scritto da padre Turoldo nel
1980 [cfr. articolo di Borgo sulla Vita Cattolica del 14 agosto 2016]; si proseguirà con il “Missus – Vangelo
dell’Annunciazione di Jacopo Tomadini che sarà accompagnato dal suono di un’arpa
e poi si celebrerà l’Eucarestia.
Il "Laudario sarà letto da: Nicola Borgo, Daniele D’Arrigo, Danilo D’Olivo, Dolores Pellegrino, Doriana Rizzi, Daniela Zorzini
Il "Laudario sarà letto da: Nicola Borgo, Daniele D’Arrigo, Danilo D’Olivo, Dolores Pellegrino, Doriana Rizzi, Daniela Zorzini
Alle 17.30 sempre nella chiesa, ma
in biblioteca (si accede dall’aula, in fondo, a destra) sarà presentato
l’almanacco friulano “Stele di Nadâl 2017”, a cura di
Nicola Borgo e Stefano Damiani (giornalista del settimanale diocesano friulano
“La Vita Cattolica”).
Don Borgo a tal proposito ha scritto
alcune riflessioni che allego qui sotto.
Giorgio Ganis
NICOLO
BORGO SU “STELE DI NADÂL 2017”
Come ogni anno a Natale abbiamo fra
le mani l’almanacco friulano “Stele di Nadâl”. Nel sommario troviamo la cornice
di quello che ci propone “Il pronostic dal Belandant”, simpatico nel dirsi,
rivela evidente amarezza pur nella fiducia di fondo nel nostro essere insieme: “La pulitiche’e pâr nere cu la peste des
unions. Di tribùs ‘e jè une vuere. Il Friûl al e a bacon. Ma di cui ise la
colpe se nus màngjin spirt e polpe? Non è avonde vê il folclôr dai pečoz cence
fâ l’ ôr. E la Glesie ‘e stain poltrone:ni ch’e ripe ni ch’e rone. Smenteade
dal Friûl, cui “migranz” e fâs cružûl.”
Politica e Chiesa quindi si pongono
all’attenzione con molti interrogativi. Questo è, di fatto, il merito
dell’Almanacco, un vestito conosciuto sì, ma pieno di stimoli per un “nuovo”
che si impone con urgenza; si valorizzano persone, eventi, tematiche che hanno
strutturato il tessuto culturale, civile, ecclesiale, economico, l’identità
quindi del nostro Friuli.
Ricontrarci, seduti sulla nostra
poltrona nei momenti di relax, di fronte alla fatica e all’impegno per
l’Università (è l’Università del Friuli?), al misurarsi sulla vitalità di una
Chiesa cosciente della crescita del suo popolo e dell’irrinunciabile diritto
alla sua specificità storica, a prendere coscienza del dramma delle giovani
generazioni consegnate a un vile mercato che spegne alle radici coscienza e
libertà, a interiorizzare gli stimoli puntuali a uomini e istituzioni perché
con coerenza e libertà possano servire la fede e la conseguente radicalità
nonché una degna convivenza civile.
Tutto questo diventa”memoria” che dà
sapida attualità ai momenti del nostro essere insieme in famiglia e negli incontri che ci sono cari.
Preziose sono le osservazioni, gli
appunti, le precisazioni delle rubriche che accompagnano le nostre radici e gli
angoli storici poco sconosciuti. Utili oltremodo sono i consigli per l’orto e
soprattutto per la cucina: i vecchi piatti si aggiornano e si impreziosiscono.
Non poteva mancare la nota salace di “A scote dêt”: è ciò che ci riconcilia con
intelligenza e simpatia.
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