domenica 22 maggio 2016

TUROLDO 2016_16_ domenica 22 maggio 2016 _ ore 10.00 _ a Coderno nel parco “TUROLDO” _ Inaugurazione del mosaico di 5 metri


domenica 22 maggio 2016 _ ore 10.00 _ a Coderno nel parco “TUROLDO” _


Inaugurazione nel parco del Ridotto del nuovo mosaico, lungo 5,30 metri e alto 1,26 metri, dell'artista sloveno Jože Ciuha, realizzato da Luciano Petris di Codroipo.

È il commiato di padre David per il visitatore.


ANTEPRIMA

ANTEPRIMA 19 maggio 2016




CANTO IL SOGNO DEL MONDO

Ama
saluta la gente
dona
perdona
ama ancora e saluta.

Dai la mano
aiuta
comprendi
dimentica
e ricorda
solo il bene.

E del bene degli altri
godi e fai
godere.

Godi del nulla che hai
del poco che basta
giorno dopo giorno:
e pure quel poco
–se necessario-
dividi.

E vai,
vai leggero
dietro il vento
e il sole
e canta.

Vai di paese in paese
e saluta
saluta tutti
il nero, l’olivastro
e perfino il bianco.

Canta il sogno del mondo
che tutti i paesi
si contendano
d’ averti generato.

David Maria Turoldo

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SING THE DREAM OF THE WORLD

Love
say hello to people
give
forgive
love again and say hello.

Shake hands
help
understand
forget
and remember
only the good.

And be glad
and let everyone be glad
at the others' good.

Enjoy the nothing you have
the little that will  do
day after day:
and share
-if needed-
ever that little.  

Ando go,
go lightly
after the wind
after the sun
and sing.                                                                                       

Go  from  country to country
and say hello
say hello to everyone
the black, the olive
and even the white.

Sing the dream of the world:
so that every country
would strive
for having given birth to you.

David Maria Turoldo

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RASSEGNA STAMPA




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--> Per altre immagini del mosaico e per il bozzetto dell’opera
 rimandiamo 
ai post del 29 marzo 2016,  del 13 marzo 2016 e del 22 ottobre 2015   

venerdì 6 maggio 2016

6 maggio 2016 _ padre Turoldo e il terremoto in Friuli del 6 maggio 1976

Padre Turoldo e il terremoto in Friuli 
del 6 maggio 1976

55 SECONDI, UNA ETERNITÀ

di Davide Maria Turoldo
Perché pure i cimiteri sono scoppiati per i troppi morti e lo stesso cuore del Friuli pare un solo cimitero di rovine, e la terra è ferita a morte, spaccata da una fessura fonda e nera come se l’inferno avesse cercato una via d’uscita proprio tra queste dolcissime colline: in quella maledetta notte di luna del 6 di maggio! E tutto nello spazio di 55 secondi: un tempo meno di un minuto e che un uomo mi ha detto: “ora sappiamo cosa è l’eternità, mai pensato che un minuto fosse così eterno!”
… Certo siamo stati colpiti tutti, e non ci crediamo, non vogliamo credere. Forse questo è il vero spazio del terremoto, e non sappiamo ancora dire di che natura siano le rovine, cosa è rotto: forse c’è saltato il cuore dentro. Io ho visto platani squarciati e pioppi spezzati a metà; e le robinie un disastro nella poltiglia e nel fango: quelle che profumavano così bene quando tornavi sul carro del fieno la sera.
Ho visto squarciate le montagne; e montagne che sembravano in attesa di franare ancora. Ho visto Maiano distrutta, Osoppo distrutta, Gemona distrutta, Artegna distrutta, Magnano distrutta e Carnia distrutta, e Venzone e Tarcento e Trasaghis e Montenars e Mels e Buia e Collaredo, una casa dietro l’altra come una impazzita via di croci fatte di travi e di cornicioni; e fieno tra le macerie, e le pannocchie franate insieme ai mattoni, e i letti delle camere squarciate a metà impudicamente esposti; quelle camere che erano per noi tabernacoli di ricordi e di segreti gelosissimi: e il cuore delle nostre case sepolto sotto le montagne di detriti, e case e case che non ci sono più; tutte fatte con le nostre mani, dove mattone aderiva a mattone e sasso a sasso con calce bagnata dal sudore di generazioni.
Sì, questo e altro, e chiese e campanili e castelli e vie di secoli e intreccio di civiltà e ricordi di morti, tutto distrutto, ed ora non è che un panorama unico di macerie. ... Una donna mi ha detto: “Sono stata messa al muro durante la guerra, ebbene né tedeschi né cosacchi mi hanno fatto mai paura, ma il terremoto!
… E c’è della gente che ha rifatto già tre volte la propria casa; una volta distrutta dai tedeschi, un’altra volta dall’inondazione, e un’altra volta dall’incendio. E così è successo per paesi interi al tempo dei Cosacchi di Hitler. E perché dunque non doveva venire anche il terremoto?
Noi siamo abituati a essere poveri, noi siamo quelli che devono sempre ricominciare. Anche Dio è friulano e diciamo spesso bonariamente che è “un disgraziato come noi”, …

Dunque così: il terremoto è venuto. E’ vero: un Friuli di secoli non lo vedremo più; e voi italiani non sapete nulla di ciò che abbiamo perduto: paesi dove io andavo per pulirmi gli occhi. Ebbene, ne rifaremo uno nuovo, domani. Appena il terremoto lo permetterà. E gli emigranti continueranno a tornare; e chi è rimasto cercherà di disturbare il meno possibile, come ha fatto sempre: anche Dio! 


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